Wrtn: quando l’Asia trasforma l’AI in stile di vita

In Corea del Sud, la tecnologia non è un accessorio, ma un’estensione naturale della vita quotidiana.
Nei mesi scorsi, Wrtn ha raggiunto 6,5 milioni di utenti attivi con una serie di applicazioni basate su intelligenza artificiale. Non si tratta solo di chatbot o assistenti virtuali, ma di vere e proprie interfacce per comunicare, imparare, creare e persino rilassarsi.

La forza di Wrtn non sta tanto nei modelli che utilizza – oggi si basa su GPT-5, l’ultima generazione di intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI – quanto nel modo in cui ha saputo integrare la tecnologia nella cultura locale.
In Corea, dove piattaforme come KakaoTalk o i personaggi digitali di LINE Friends fanno parte del tessuto sociale, Wrtn ha introdotto il concetto di “Lifestyle AI”: un’intelligenza artificiale che non serve solo a scrivere o organizzare, ma a vivere meglio.

L’azienda ha costruito il proprio successo lavorando su ciò che spesso viene trascurato in Occidente: la localizzazione linguistica e culturale.
Per rendere naturale il coreano, il team ha studiato slang, ritmi e riferimenti pop. Ha costruito prompt basati sulle persone, sistemi di memoria e personalizzazione, fino a creare Crack, una piattaforma di chat aperta diventata l’app di messaggistica più redditizia del Paese.

Dietro le quinte, un’architettura modulare collega diversi modelli linguistici e audio, ottimizzando risorse e risultati.
Con l’arrivo di GPT-5, la risposta degli utenti è stata immediata: più tempo trascorso in app, più fedeltà, più naturalezza nelle conversazioni.
In altre parole, l’IA è diventata un’estensione del linguaggio umano, non più un filtro o un ostacolo. (fonte)

E in Italia?

Nel nostro Paese, la conversazione sull’intelligenza artificiale è ancora concentrata sull’impatto economico o sulla paura della sostituzione dei lavori.
Raramente si parla di IA come cultura, come linguaggio, come strumento di creatività o apprendimento diffuso.

Le scuole faticano a introdurre corsi che vadano oltre le basi, le aziende vedono l’IA come un costo o una moda, e le istituzioni non hanno ancora sviluppato un dialogo concreto con la cittadinanza digitale.
In questo contesto, realtà come Wrtn diventano un esempio di quanto la tecnologia possa trasformarsi da strumento a compagna di vita, se inserita in un contesto culturale favorevole.

La sfida per l’Italia non è solo adottare l’IA, ma umanizzarla: trovare un modo per farla dialogare con la lingua, la sensibilità e la creatività che ci contraddistinguono.
Non serve correre dietro all’Asia, ma capire come trasformare la nostra cultura — artigiana, narrativa, emozionale — in terreno fertile per un’IA che non sostituisce, ma amplifica.

Perché, come dimostra Wrtn, il futuro dell’intelligenza artificiale non è nei dati, ma nelle persone che li sanno trasformare in storie, idee e connessioni reali.

Immagine di Silvio de Rossi
Silvio de Rossi

Ottobre 6, 2025

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